Un piccolo pamphlet che incoraggia un ben più approfondito studio sulla realtà delle donne vietnamite fra passato e presente, una realtà dinamica e ricca di storia. Il Viet Nam raccontato dalla viva voce delle sue prota-goniste: intellettuali, politiche, studiose, giornaliste, artiste, artigiane, studentesse.
Un invito a inoltrarsi in un mondo di donne dove non manca senso pratico, intelligenza creativa, poesia e…. capacità manageriale.
La lodevole iniziativa del Comune di Torino che ha celebrato l’otto marzo 2003 con uno spazio specifico dedicato a Le donne per una cultura di pace, ha fornito uno stimolo di riflessione. Perché, come indica, il documento programmatico della manifestazione, «Il sapere e l’agire delle donne si confrontano concretamente con le grandi problematiche della vita: preservare la vita stessa, la sua dignità, la libertà e la speranza per il futuro.
L’essere sostenitrici del valore della vita, permette di introdurre il tema della pace e della convivenza nel rispetto dei diritti di tutti.
Con la consapevolezza del pericoloso e drammatico “scenario di guerra” che oggi accompagna, il nostro quotidiano, è importante sostenere iniziative che si muovano per riaf-fermare l’idea di civiltà democratica come luogo pubblico e aperto al dialogo per una cultura della pace tra diversi (espressione di alterità e di non esclusione), il rispetto dei diritti individuali e collettivi, la garanzia per la nostra vita e quella delle future generazioni.». Le donne sono le prime vittime dell’ingiustizia, del fondamentalismo, della guerra ma sono anche le prime a sviluppare e a promuovere alternative alla violenza.
La parola delle donne vietnamite che – al tempo della guerra che oppose il Việt Nam agli Stati Uniti ed ancor prima, nella guerra anticolonialista contro i Francesi – hanno sperimentato, nel modo più diretto e personale, il rifiuto indifferenziato delle forze di occupazione straniere e dei loro metodi, durante i bombardamenti, nelle carceri sotto tortura, dinnanzi ai tribunali – può forse indurci a riflettere ancora e ancora sull’esigenza di evitare a tutti i costi altro spargimento di sangue.